Giacomo Mazzariol è un giovane studente iscritto al primo anno della facoltà di Filosofia dell’Università “La Sapienza” che negli ultimi mesi è diventato famoso con il libro “Mio fratello rincorre i dinosauri”, dove racconta la disabilità attraverso l’esperienza di vita con il suo fratellino “con i poteri speciali”, così come glielo avevano presentato i suoi genitori.
Attraverso il suo racconto, Giacomo illustra come in ogni persona c’è un mondo unico, fornendo un esempio importante per tutti i lettori. Per questo motivo, Giacomo Mazzariol riceverà il Premio Sciacca in Saggistica per la Categoria “Giovani Studiosi”.
Il riconoscimento sarà consegnato nel corso della solenne cerimonia finale del Premio Internazionale “Giuseppe Sciacca”, che si terrà sabato 12 novembre alle ore 17.30 nell’Aula Magna della Pontificia Università Urbaniana.
Di seguito la sinossi del libro.
Hai cinque anni, due sorelle e desidereresti tanto un fratellino per fare con lui giochi da maschio. Una sera i tuoi genitori ti annunciano che lo avrai, questo fratello, e che sarà speciale. Tu sei felicissimo: speciale, per te, vuol dire «supereroe». Gli scegli pure il nome: Giovanni. Poi lui nasce, e a poco a poco capisci che sì, è diverso dagli altri, ma i superpoteri non li ha. Alla fine scopri la parola Down e il tuo entusiasmo si trasforma in rifiuto, addirittura in vergogna. Dovrai attraversare l’adolescenza per accorgerti che la tua idea iniziale non era così sbagliata. Lasciarti travolgere dalla vitalità di Giovanni per concludere che forse, un supereroe, lui lo è davvero. E che in ogni caso è il tuo migliore amico. Con “Mio fratello rincorre i dinosauri” Giacomo Mazzariol ha scritto un romanzo di formazione in cui non ha avuto bisogno di inventare nulla. Un libro che stupisce, commuove, diverte e fa riflettere.
Insomma, è la storia di Giovanni, questa. Giovanni che ha tredici anni e un sorriso più largo dei suoi occhiali. Che ruba il cappello a un barbone e scappa via; che ama i dinosauri e il rosso; che va al cinema con una compagna, torna a casa e annuncia: «Mi sono sposato». Giovanni che balla in mezzo alla piazza, da solo, al ritmo della musica di un artista di strada, e uno dopo l’altro i passanti si sciolgono e cominciano a imitarlo: Giovanni è uno che fa ballare le piazze. Giovanni che il tempo sono sempre venti minuti, mai più di venti minuti: se uno va in vacanza per un mese, è stato via venti minuti. Giovanni che sa essere estenuante, logorante, che ogni giorno va in giardino e porta un fiore alle sorelle. E se è inverno e non lo trova, porta loro foglie secche. Giovanni è mio fratello. E questa è anche la mia storia. Io di anni ne ho diciannove, mi chiamo Giacomo.